[...] To realize the relative validity of one’s convictions and yet stand for them unflinchingly is what distinguishes a civilized man from a barbarian.

–Joseph Schumpeter, Capitalism, Socialism and Democracy

martedì 30 aprile 2013

Solidarietà a Don Corazzina

Insieme a varie associazioni bresciane rendo pubblico il mio sostegno a Don Corazzina, vittima di un ennesimo atto vandalico di matrice neo-fascista.


Purtroppo non è la prima volta che accadono atti del genere nei confronti di persone come Don Fabio Corazzina, sempre impegnato a diffondere il valore della pace e dei diritti costituzionali, ed è quindi necessaria una presa di posizione forte contro queste vergognose azioni


Link alla descrizione dei fatti sul sito del Bresciaoggi: http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/503097_svastiche_sullauto_del_sacerdote_pacifista/

venerdì 26 aprile 2013

Articolo su Nuova Resistenza-Brescia

Articolo sull'associazione Nuova-Resistenza Brescia, sezione giovanile dell'ANPI-Brescia di cui orgogliosamente posso dire di far parte insieme a tanti altri studenti della città.

http://www.bresciatoday.it/cronaca/brescia-25-aprile-giovani-resistenza-anpi.html


giovedì 25 aprile 2013

Perché votare Al Lavoro Con Brescia?


  • Perché far politica è un impegno gratuito e la gratuità dell'impegno è oggi indispensabile prova di coerenza per riscattare la politica, liberarla da costi ingiustificati ed insostenibili, dal malaffare che ha dilagato e dalla cappa di indecenza che l'ha avvolta; 
  • Perché la città dev'essere la poleis dei diritti, basata sui principi di uguaglianza e laicità. Una città che sia comunità, che includa gli ultimi, che risolva i conflitti invece che di aggravarli, che cerchi sempre il confronto democratico con i cittadini e le loro rappresentanze. Una città che pratichi l'uso parsimonioso dei beni comuni e delle risorse finanziarie, per gestire il presente, per programmare il futuro
  • Perché la città deve essere anche delle donne;
  • Perché oggi è necessaria una nuova costituente per il lavoro per una nuova stagione di ripresa economica ecologica;
  • Perché è necessario un nuovo contratto di solidarietà cittadino per impedire che in questa drammatica crisi i più svantaggiati restino esclusi;
  • Perché è necessario progettare insieme con le associazioni ed il territorio la valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico per renderlo fruibile a tutti;
  • Perché è necessario guarire aria, acqua e suolo. Questa e la vera opera pubblica del presente e del futuro di Brescia;
  • Perché è necessario risparmiare energia individuando gli sprechi, con programmi di intervento sul costruito, verificando risparmi in ogni settore, incrementando le fonti rinnovabili (solare termico, fotovoltaico e geotermico). Ridurre la combustione e i combustibili fossili è un impegno ineludibile.
  • Perché lo Stato Sociale o è di tutti o non esiste, ed il Comune deve occuparsi oltre che dell'assistenza anche della sanità, governando l'intervento pubblico e la relazione con il volontariato. Solo in questo modo si può rispondere positivamente, con tempestività e senza sprechi, alle domande crescenti che vengono dalla cura dei più piccoli e dei più vecchi, dalle nuove povertà e dalle emarginazioni;
  • Perché c'è bisogno di una nuova urbanistica che non abbatta ma ricostruisca: dall'antico ricreare il nuovo. Il futuro sta nella salvezza del suolo e nella bellezza del paesaggio. Senza nuove cementificazioni;
  • Perché non ci devono mai più essere case senza cittadini e cittadini senza casa, sia incrementando l'edilizia pubblica, sia acquistando case già costruite senza quindi nuove cementificazioni, sia facendo delle convenzioni per i privati per affitti calmierati:
  • Perché è necessario che il Comune garantisca il diritto allo studio ed all'apprendimento permanente per tutte le età. La scuola deve essere basata sull'eguaglianza, deve essere rispettosa delle differenze culturali ed educatrice alla convivenza ed alla corresponsabilità;
  • Perché lo sport è un diritto sociale, ed il Comune deve essere regista della promozione di attività motorie e sportive, soprattutto per i più piccoli, per il benessere non solo fisico dei cittadini.





Perché dare la propria preferenza a Marco Castelli?

  • Perché è una vergogna che il Comune pensi di non poter influire sulle scuole secondarie superiori e sugli studi universitari solo perché non deve finanziare quei tipi di studi. La politica culturale della città è la prima forma di istruzione scolastica e d’istruzione permanente;
    • il Consiglio Comunale, nella figura del Sindaco ma anche in quella degli Assessori e dei Consiglieri, deve farsi carico di segnalare un'attenzione forte alle istituzioni scolastiche, facendo capire agli studenti, ai genitori, agli insegnanti ed alla società tutta che la Scuola è la risorsa primaria di un paese e merita una cura costante che sì deve concretizzarsi in fondi e sostegno economico, ma deve comunque anche delinearsi attraverso un sostegno continuo. E' il Comune che deve aiutare le Scuole a sviluppare e promuovere le loro iniziative. E' il Comune che deve vigilare per permettere una buona razionalizzazione degli ambienti scolastici e delle palestre per evitare degli sprechi inutili. E' il Comune che deve far capire alla società l'importanza della Scuola;
    • la politica culturale di una città non può solo basarsi sui grandi eventi che, anche se attirano pubblico anche da città vicine (ma lo scandalo Artematica insegna), non si trasformano in occasione di crescita per il territorio. Gli eventi e le mostre vanno organizzate valorizzando il territorio e creando un forte scambio fra le scuole e gli istituti culturali organizzatori;
    • è necessario sostenere e valorizzare il sistema bibliotecario provinciale.
  • Perché “Antifascista e quindi costituzionale” è stata l’ultima frase completa pronunciata in Piazza della Loggia il 28 maggio 1974. Da lì e dalle piazze del 25 aprile, ora più che mai, è necessario ripartire;
    • perché una città è più bella se sul piedistallo del Bigio hanno la possibilità di esporre le loro opere i giovani artisti come accade nelle grandi città europee;
    • perché non si pensi più di sovrapporre le notti bianche, rosa e le sfilate di Miss Padania con i momenti della memoria e del ricordo.
  • Perché è necessario, vista l'attivazione della metro, un ripensamento generale della mobilità cittadina che tenga ben presenti soprattutto le necessità di studenti, anziani e disabili.
    • annullamento del progetto del parcheggio sotto il Castello;
    • sviluppo e costruzione dei parcheggi dei capolinea della metro e dei luoghi di scambio con le arterie della circolazione provinciale;
    • sostegno ed incremento della viabilità sostenibile;
    • attenzione a razionalizzare le tratte degli autobus in modo che queste possano, supportando la metro, riuscire ad arrivare anche nei comuni limitrofi della città;
    • dare particolare attenzione ai trasporti in modo da non far perdere agli studenti molto tempo nell'attendere le coincidenze;
    • unificare le reti di trasporto locali e provinciali
    • valorizzare la tratta ferroviaria Brescia-Edolo rendendola una metropolitana 
  • Sostenere le attività e le proposte dei giovani.
    • facilitazioni nella concezioni di permessi per l'utilizzo del suolo pubblico per l'organizzazione di attività.
  • Perché bisogna rivitalizzare il centro storico facendolo diventare luogo di aggregazione cittadina.
    • incentivare l'apertura di attività commerciali nel centro cittadino;
    • riqualificare l'ex-cinema Astra, ora inutilizzato;
    • aprire la Loggia ai visitatori;
    • aprire un tavolo di discussione fra residenti e giovani per permettere una serena convivenza del centro
  • Perché, nonostante tutto, la politica deve restare ad essere una bella realtà, non un mostro di cui avere paura e da considerare sporco ed inavvicinabile. Io nella Politica, nella bella Politica, nel poter cambiare le cose con serietà ed impegno morale ci credo ancora. E tu?



martedì 23 aprile 2013

I perchè di una scelta difficile



Perché candidarsi a 18 anni al Consiglio Comunale di Brescia, una tra le maggiori città d'Italia per popolazione ed importanza? Ignoranza? Desiderio di carrierismo? Sopravvalutazione? Probabilmente sono questi i primi pensieri che possono passare nella mente di una persona che viene a conoscenza di questa notizia, ma sono proprio queste le riflessioni alle quali mi piacerebbe rispondere con questa breve lettera, per provare a convincervi che la mia non è stata una scelta presa per questi motivi, ma che c'è tutt'altro in questo mio impegno.


Quando, il 13 aprile, il giorno prima delle primarie del centro-sinistra, Marco Fenaroli mi ha proposto di partecipare a questa avventura la mia prima reazione è stata di incredulità più completa. Un "Chi io?", di donabbondiana memoria, seguito dalla tentazione di declinare gentilmente l'invito, portando come ragione il dover affrontare tra poche settimane l'Esame di Stato, è affiorato nella mia mente. Messa da parte l’impulsività e la prima reazione, ho chiesto di poterci riflettere per qualche giorno, ma sarebbe bastato guardare le prime pagine di qualsiasi giornale per intuire quale sarebbe potuta essere la mia posizione, fra un’elezione a vuoto del Presidente della Repubblica e lo scacco istituzionale che abbiamo vissuto a livello nazionale.

Ho pensato, soprattutto, che in una situazione politica come quella attuale sarebbe stato vergognoso rifiutare. So che è  facile lamentarsi, vedere che le cose non vanno bene. Più difficile è mettersi in gioco. Metterci la faccia. Provare a cambiare in meglio la propria realtà, cominciando dalle piccole cose. Non pensando ai partiti ed ai massimi sistemi, ma ripartendo dalle persone, dalle loro necesità e dai loro problemi.

Ripartendo con dedizione dall’unità base della nostra società: la Città.

Come si può delegare questo impegno ad altri?

Si può delegare questo sentimento ad altri?

"Appena il servizio pubblico cessa d'essere la principale occupazione dei cittadini [...] lo Stato è già prossimo alla rovina" 

scriveva Jean-Jacques Rousseau nel suo "Il contratto sociale". Come dargli torto?
Ma a 18 anni non sono forse troppo giovane per propormi ad una carica di questo genere? Anche se la situazione sociale e politica moderna è fortemente cambiata da quanto gli studenti della Scuola di Barbiana hanno pubblicato le loro riflessioni nel libro Lettera a d una professoressa, gli stimoli fondamentali di quel testo non sono ancora scaduti nella loro attualità, e di sicuro valido come stimolo ancora oggi è che:


[...] Le mode gli hanno detto che i 12-21 anni sono l'età dei giochi sportivi e sessuali, dell'odio per lo studio. Gli hanno nascosto che i 12-15 anni sono l'età adatta per impadronirsi della parola. I 15-21 per usarla nei sindacati e nei partiti. Gli hanno nascosto che non c'è tempo da perdere...


Ed è anche per queste frasi, per il fatto che la politica sia l’uscire insieme dai problemi comunii che dopo pochi giorni sono tornato alla Sede del Comitato Al Lavoro con Brescia per firmare i moduli di accettazione della Candidatura.


Infine c’è un ultimo aspetto che è stato per me importante in questa scelta, ed è la bellezza della Politica...

Fare Politica è bello e deve essere bello, a maggior ragione di fronte alle azioni ambigue e discutibili che stanno trasformando la sfera politica in una discarica di corruzioni e di compromessi.

Non voglio essere un “idiotes”, un idiota. L’etimologia di questa parola è greca ed indica “l’uomo privato”, l’opposto dell’ “uomo pubblico” che si mette al servizio della comunità ed affina in questo modo le sue competenze. Guardo con sospetto coloro i quali si ostinano a trovare il male nella Politica  e che poi si rinchiudono nelle loro realtà private ed egoiste, restando sordi ad ogni occasione di collaborazione.

Bisogna essere di parte per essere di tutti. Ed io ho sì deciso di mettermi in gioco (espressione credo migliore di scendere in campo, come se la politica fosse un’arena o un campo da calcio dove rincorrersi senza progettualità), per una parte, ma questo è solo un modo per potermi impegnare davvero per tutti. Per coloro che sceglieranno la mia lista e per quelli che sceglieranno la coalizione opposta. Perché la città è e deve essere di tutti. Non di una temporanea maggioranza.

Giunto alla fine di questo mio "atto di scusa" nei confronti di tutti coloro che si sono stupiti di questa mia candidatura, dovrebbe essere arrivato il momento, tipico nelle tribune elettorali, del "cos'ho io che gli altri non hanno". Purtroppo credo che dovrei essere molto presuntuoso per pretendere di avere delle cose che gli altri candidati Consiglieri Comunali, non hanno. Magari conosco la situazione della scuola e del mondo giovanile attuale, ma non è poi una gran cosa. Per questo ho deciso di concludere questa mia presentazione non con quello che mi vanto di avere in più, ma con quello che sono sicuro avere in meno.
Di sicuro non ho nemici fissi in Loggia (come d'altronde non li hanno nemmeno i miei compagni di lista) i quali, per vendicarsi di una delibera bocciata, si tenta in ogni modo, indipendentemente dalla bontà o meno del provvedimento, di non far passare le mozioni.
Di sicuro non ho corso centinaia di corridoi alla ricerca di una raccomandazione o di un permesso in più.
Di sicuro non sono un “figlio del partito”, ma la mia candidatura è civica come la lista che la propone.
Di sicuro non ho perso la voglia di seguire personalmente ogni caso e di verificare di persona ogni aspetto che mi venga proposto.
Di sicuro non ho addosso la smania di voler sempre trovare la strada più breve e più accondiscendente.
Di sicuro non ho perso fiducia nella nostra Costituzione e nelle potenzialità di questa città.

Sono giovane, ma non per questo mi ritengo esonerato dall’impegno politico e sociale. La mia inesperienza non mi frena, mi rende desideroso di capire e di agire. Agire magari con forme e temi diversi dai soliti. Con una prospettiva diversa. Ma sempre per preservare lo Stato donatoci dalla Resistenza e per preservare e mettere in atto la Costituzione, frutto della lotta antifascista.

Se sono riuscito a rispondere ai dubbi iniziali e magari ti può interessare valorizzare la mia proposta politica, ti chiedo, in occasione delle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno a Brescia il 26 e 27 maggio, di votare, all’interno della coalizione di centro-sinistra a sostegno del candidato Sindaco Emilio Del Bono, la lista “Marco Fenaroli - Al Lavoro con Brescia”, esprimendo la tua preferenza per Marco Castelli.

Grazie mille per l’attenzione e per il sostegno!

marco castelli





Foto: E proprio in una fase politica tanto delicata e sconfortante, anziché rinunciare o distogliere lo sguardo, ho accettato di mettere a disposizione anch'io le mie competenze e il mio impegno per provare a tornare a una politica alta e nobile, intesa come servizio; una politica fatta di persone in carne e ossa che decidono di farsi carico di una sofferenza sociale ormai dilagante, per cercare di ridare speranza: sarò candidata alle elezioni comunali, all'interno della coalizione di centro-sinistra, nella lista "Marco Fenaroli. Al lavoro con Brescia". Si comincia!

domenica 21 aprile 2013

Un ultimo commento relativo alla discussione consigliare sul riposizionamento del Bigio




“Non mi fa paura la statua, mi fanno paura queste petizioni popolari”. Con queste parole, purtroppo dimenticate da molti giornali, ha esordito il consigliere comunale Labolani nel suo breve intervento nel Consiglio Comunale del 5 aprile per sostenere l’archiviazione della petizione popolare contro il Bigio in Pizza Vittoria. Senza entrare in merito allo scontro al quale questa frase si riferiva vorrei esprimere qualche libera considerazione. Sarà che sono un giovane di 18 anni che per la prima volta assisteva in diretta ad un Consiglio Comunale; sarà che sono solito credere di far politica (nel suo significato più alto) nei circoli e nei movimenti ed, al massimo, negli ultimi due anni nel Consiglio d’Istituto del mio liceo; sarà che, oh illuso, vedo la politica come dialogo o, con le parole di Paolo VI, come “la più alta forma di carità”, ma questa frase mi ha colpito nel profondo. E così, un membro delle istituzioni che dovrebbe rappresentare tutti gli elettori e non un partito, ha paura di una parte dei suoi concittadini che attraverso uno delle forme più democratiche che ci sono, la petizione e la raccolta firme, vogliono esprimere il loro parere? E così i rappresentanti della maggioranza consigliare, che forse hanno letto poco Tocqueville e la sua teoria del rischio della “dittatura della maggioranza”, si permettono di rifiutare di far prendere attentamente in considerazione alla Giunta Consigliare o alle Commissioni una petizione popolare? Si permettono di archiviare senza nemmeno una discussione approfondita ed attenta (il Sindaco non è voluto nemmeno intervenire) una posizione riguardante un’operazione che sta facendo nascere molte posizioni contrastanti nella comunità bresciana ed internazionale?
Ed è così che al posto di cercare un dibattito anche aspro ma che comunque non perda la forma del dialogo fra concittadini ci si riduce ad una sterile faida (fra le varie amministrazioni) fra partiti (e nemmeno opinioni) contrapposti, nella quale alla fine vince sempre chi ha i numeri maggiori e non le proposte migliori. Ma come facciamo a non considerare una vergogna quei tabelloni con i risultati dei voti sui quali le luci rosse e verdi continuano a stare sempre ferme di votazione in votazione, rappresentando la sconcertante immagine di uno scontro frontale fra due entità che non hanno contatti fra loro? Possiamo permetterci di considerarli l’irrimediabile frutto  delle contrapposizioni ideologiche o vogliono forse dire che qualcosa nel nostro processo democratico non funziona? Non vorrà forse dire che in Loggia si è rimasti ancora ad una concezione di rappresentanza medioevale e ci si è dimenticati la lezione della dialettica basata sul superamento delle contrapposizioni? Della programmazione necessaria per riuscire a dare nel tempo un indirizzo condiviso alla città? Della programmazione che sia capace di durare per più di una legislatura necessaria per riuscire ancora ad “uscire insieme” dai problemi sociali? Del compromesso (dal latino cum+promitto, promettere insieme) che non svilisce le posizioni ma ne esalta i principi ma che è capace di rappresentare la promessa della Politica ai cittadini?
Infine un’ultima nota alquanto sgradevole. Come si fa a definire come “personaggi”, termine spersonalizzante e culturalmente volgare in quanto tende ad appiattire le persone a “macchiette” senza alcuna libertà di scelta, dei partigiani di più di ottanta anni che, a nome di due Enti Morali dello Stato Italiano, trovano ancora la forza di recarsi a dare il loro contributo politico alla città ed alla democrazia per cui erano pronti a dare la vita? Si possono avere tutte le posizioni possibili, ma pensavo stesse alla base della nostra convivenza sociale il rispetto per le persone che hanno conquistato i nostri diritti democratici
Alla luce di queste amare considerazioni spero che nelle prossime discussioni, che nel Consiglio Comunale che verrà eletto nelle ormai vicine consultazioni amministrative, si riscopra il vero senso del suo ruolo sociale e della sua missione. Spero che il prossimo Consiglio Comunale riprovi a costruire concetti, valori e dialogo, come solo la Politica sa fare e come, purtroppo,  in questa città, ultimamente si è dimenticata di saper fare.

marco castelli 


Link alla lettera sul sito del Giornale di Brescia: http://www.giornaledibrescia.it/gdb-statico/lettere-al-direttore/il-consiglio-ed-il-rifiuto-del-dialogo-1.1640616