[...] To realize the relative validity of one’s convictions and yet stand for them unflinchingly is what distinguishes a civilized man from a barbarian.

–Joseph Schumpeter, Capitalism, Socialism and Democracy

martedì 31 dicembre 2013

Ciao bello

È difficile riassumere in poche parole il dolore per la tua morte, Lino.

Per me poi è come se stessi salutando due persone. Il Lino conosciuto e il Lino che ancora non ho avuto tempo di incontrare.
Il Lino con cui si poteva bere il caffè verso le 10:30 all'ANPI e il Lino al quale vorrei chiedere ancora mille spiegazioni, mille altri approfondimenti... 
Il Lino di cui piango la mancanza, quello del caffè, e il Lino di cui piango l'assenza, quello delle domande ancora in sospeso... 
So che siamo in tanti oggi con questo doppio lutto da portare...
Quante questioni ho ancora in sospeso, domande, specificazioni che ero sicuro di poterti sempre chiedere in un "dopo" mai purtroppo meglio identificato...

martedì 19 novembre 2013

Convegno: "Ventotene, isola di confino"



"Ventotene è uno scoglio squallido, un atomo di miseria nella distesa immensa del mare"
(Umberto Terracini)


Ventotene è uno sputo di terra nel mare davanti a Formia.
È una delle isole dell'arcipelago pontino.
È, come ricorda Terracini, uno dei tanti “atomi opachi del male” che uniscono in una vergognosa catena molte piccole isole, che da sperduti paradisi naturali in i cui cittadini vivevano grazie ad un’economia di sussistenza si sono trasformati in crudeli prigioni a cielo aperto, nelle quali il fascismo pensava di riuscire a confinare le idee a lui contrarie.
Pensava, perché si è sbagliato.

Manifestazione #NOF35 a Ghedi



Aderiscono inoltre alla manifestazione:
Consorzio Tavolo della Pace Franciacorta-Monte Orfano
ARCI Brescia
Circolo ARCI Colori e Sapori
Fondazione Guido Piccini per i Diritti dell'Uomo ONLUS
Libera Brescia
Gruppo Don Milani Brescia
Gruppo Emergency di Vallecamonica
CGIL - Camera del Lavoro di Brescia
Sinistra Anticapitalista
Sinistra a Gussago
ADL
Circolo ACLI di Castenedolo,
Gruppo "Noi siamo Chiesa"
Consulta della Pace del Comune di Brescia


Per chiedere ulteriori informazioni sulla missione si può scrivere ai contatti:
 - ruscelloimpetuoso@gmail.com  (Marina)
 - movimentononviolento.bs@alice.it (Adriano)

o chiamare al seguente numero:
 - 339.6243617 (Adriano)

Per aderire alla manifestazione come gruppo o associazione scrivere per favore al contatto mail:
comitatobrescianonof35@gmail.com

domenica 17 novembre 2013

Una firma per dire no agli F35

Che gli F35 siano uno tra i più grandi sprechi degli ultimi anni è chiaro. (Tanti anni, considerando che il progetto è iniziato nel 1996)
Che sia difficile fermarli è ugualmente chiaro.
Che si possa provarci con una firma, forse, è già più interessante.

lunedì 28 ottobre 2013

5 FAQ sugli F35

 - Che cosa sono gli F-35?
Gli F-35 sono dei cacciabombardieri con la predisposizione a portare armi atomiche. Sono aerei i cui primi progetti statunitensi risalgono a più di vent'anni fa (l'Italia votò poi il finanziamento dei primi prototipi nel 1996) e pertanto con tutti i limiti di una progettazione ormai datata e considerata “inaffidabile” dallo stesso Pentagono che ne ha seguito lo sviluppo.

Al momento il governo italiano ha firmato per l'acquisto e l’assemblaggio di sei prototipi.
Solo con la realizzazione del modello definitivo, slittata ormai oltre il 2015, verrà eventualmente firmato il contratto che deciderà se, quali e quanti aerei comprerà l'Italia e le penali per le inadempienze.

 -  Quanto costa il progetto per le casse italiane?
Il costo del progetto è ad ora stimato in 11,8 miliardi di euro, ma non è escluso che possa ancora aumentare. Inoltre in questo calcolo non sono considerate le spese che saranno necessarie per l’addestramento dei militari all’uso di questi aerei e le successive spese di gestione, che di sicuro faranno lievitare il costo totale del progetto fino a portarlo, secondo alcune stime, oltre i 60 miliardi.

Blog CO2 FREE


Nonostante il blog sia una forma di comunicazione che, per la sua "immaterialità" può sembrare completamente "green" e senza danni per l'ambiente, secondo alcuni calcoli (http://co2neutral.doveconviene.it/un-blog-un-albero) un sito web produce una media di circa 0,02 g di CO2 per ogni visita.
Non è di sicuro tantissimo, ma è stato un brutto colpo scoprirlo, visto che speravo di non star incidendo minimamente sull'ambiente utilizzando questo mezzo di comunicazione!

Per fortuna esiste l'iniziativa di "CO2Neutral, che, in collaborazione con "I Plant a Tree" (http://www.iplantatree.org/home), permette di piantare un albero per il proprio blog in modo da ovviare alle proprie emissioni in gas inquinanti.
Come dire di no?

http://co2neutral.doveconviene.it/

sabato 19 ottobre 2013

Ripartenza delle attività del Comitato Al Lavoro con Brescia




Salve a tutti,
    ringrazio innanzi tutto la stampa per essere venuta a questo incontro, in cui presentiamo la ripresa delle attività del Comitato Al Lavoro con Brescia, che sta vivendo la trasformazione da gruppo nato prevalentemente in funzione elettorale a comitato che possa avere una presenza fissa in città per sollecitare incontri e riflessioni sulla vita politica e sociale sia cittadina, che nazionale.

giovedì 3 ottobre 2013

I risultati elettorali di Berlino



Alcuni muri possono anche crollare, ma spesso, alcune differenze restano comunque.
Immaginiamo una linea. Una linea tanto forte che è diventata muro.
Che è diventata muro tra due mondi diversi. Incomunicanti.

Immaginiamo degli uomini, che con dei picconi decidono che quel muro deve cadere.
Immaginiamoli a Berlino, il 9 novembre 1989.
Immaginiamo un mondo libero, unito, che ha superato le divisioni di una volta con l'eliminazione e la scomparsa di uno degli attori di una volta.

Ma forse alcuni muri restano, resistono, e non basterà la stabilità economica a farli crollare
ed a farli dimenticare le loro idee.

Risultati elettorali elezioni nazionali 2013 di Berlino
(è indicato il partito che ha preso più voti nel distretto)

Divisione di Berlino dopo la Seconda guerra mondiale

lunedì 23 settembre 2013

Comunicato stampa del Comitato NO F-35 dopo l'incontro con il Ministro Mauro


In data odierna, si è tenuto l'incontro richiesto dal Comitato Bresciano No F-35 al Ministro della Difesa Mario Mauro, avente come tema in particolare il Programma d'acquisto dei cacciabombardieri F-35.
Nel ringraziare il Sig. Ministro per la disponibilità  al confronto, il Comitato ribadisce la sua posizione contraria a questo acquisto sottolineando i seguenti punti:
  - l'acquisto di cacciabombardieri d'attacco risulta essere contrario alla ratio del dettato costituzionale, ed in particolare all'Articolo 11;
  - il Programma, vecchio di vent'anni e tutt'ora inaffidabile (a detta dello stesso Pentagono) è stato già rivisto, modificato e sospeso da alcuni Paesi (es: Canada, Danimarca, Norvegia, Olanda, Turchia), senza conseguenze penali, né di messa in discussione della fedeltà all’alleanza NATO;
  - il Programma rientra in un modello di difesa inaccettabile, che non persegue l'obiettivo della prevenzione dei conflitti, della cooperazione, della pace. Questo vecchio concetto di difesa ha portato alle guerre (definite “umanitarie”), che provocano il 90% delle vittime tra i civili, e di queste il 30% sono bambini;
  - i 90 F-35 costerebbero all'Italia 12 miliardi di euro per il solo acquisto e  altri 50 miliardi per l'intera vita del programma, mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute, lo stato sociale;
è necessario un serio dibattito parlamentare su questo tema, che ,in un momento di crisi economica, influisce sui diritti fondamentali dei cittadini, togliendo fondi pubblici alla crescita reale del Paese, al sostegno vero all’occupazione, in particolare per quella giovanile.  

Il Ministro, durante l'incontro, ha ribadito la posizione del Governo a sostegno del Programma F-35. 

Sono emerse divergenze di fondo, in particolare, sull'interpretazione dell'Articolo 11 della Costituzione, sul ripudio della guerra, sull’utilità delle  missioni militari all'estero (Afghanistan in primis) e sul modello di difesa, unilateralmente affidato agli eserciti.

Considerata la complessità dei temi in discussione, il Ministro si è reso disponibile ad ulteriori momenti di confronto.


Contemporaneamente all’incontro, il Comitato NO F-35 ha organizzato un volantinaggio per sensibilizzare la cittadinanza sulla necessità di sospendere la partecipazione italiana al Programma F-35 ( dal 2014) e un presidio davanti alla sede dell’Università Cattolica, dove il Ministro era atteso per un incontro pubblico.




sabato 14 settembre 2013

Intervento alla manifestazione contro il raduno neonazista europeo di Cantù




A questo link (http://www.youtube.com/watch?v=HLAPZMIWDrU) si può guardare l'intervento che ho tenuto a Como, alla manifestazione contro il raduno europeo neo-fascista di Cantù, la sera del 12 settembre.

A tal proposito consiglio la lettura della riflessione proposta dal professor Raffaele Mantegazza:
http://www.raffaelemantegazza.com/index.php?option=com_content&view=article&id=177:lettera-aperta-al-sindaco-di-cantu&catid=1:ultime&Itemid=50

mercoledì 11 settembre 2013

C'era una volta un uomo coraggioso ...


C'era una volta un uomo coraggioso, si chiamava Salvador. Era un uomo coraggioso perché credeva fortemente nelle sue idee, e ci vuole coraggio per farlo.

Era poi un uomo coraggioso e che non si arrendeva mai, tanto che ci provò tre volte per essere eletto come Presidente del suo povero paese, e solo alla terza ce la fece. E un uomo coraggioso, determinato e deciso, al punto da riuscire in soli pochi mesi a far crescere la produzione del suo paese come mai nessuno ci riuscì dopo, e ce la fece attraverso delle decisioni molto difficili e pericolose, perché andavano a colpire nel cuore quel sistema di rapporti malati che erano sempre esistiti fra i potenti del suo paese e quelli di un altra nazione più forte.

Ma a molte persone non piacciono gli uomini coraggiosi, determinati e decisi. A molte persone non piacciono soprattutto gli uomini coraggiosi di cui molti si fidano, di cui il popolo si fida. E qualcuno odia gli uomini coraggiosi, quando piacciono a molti, al popolo, e loro perché ci credono, provano a fare qualcosa per far stare meglio il popolo stesso.

Fu così anche per Salvador, che credeva nel popolo e nel quale il popolo credeva.
Prima furono minacce. Poi blocchi commerciali. Poi scioperi organizzati da quelli a cui non piaceva.
Poi furono pistole e bombe. Poi fu un golpe, in un nero crescendo di toni, di rumori, in cui la sua nuda voce faceva impressione. Era la voce di un uomo, che contro aveva un sistema. Era una voce, sola, in un palazzo, vuoto, sotto le bombe, tante, che pensavano di stare combattendo contro un'idea, e non contro un singolo, uomo.


Potrebbe sembrare una storia, una brutta storia. E' però la Storia. La brutta Storia.
La Brutta Storia del primo 11 settembre. Dell'11 settembre mediaticamente dimenticato, che non riceve commemorazioni in tutti i paesi ed editoriali su tutti i giornali. Dell'11 settembre dell'America Latina, dell'11 settembre della Democrazia.
Ed a noi, al mondo occidentale, generalmente non piace quell'11 settembre, perché tutti in fondo sentiamo come ci abbia colpito e forse cosa poco abbiamo fatto, come paese, come Europa, come mondo, per negarlo.

Ma poi, non ci piace ricordare quell'11 settembre, l'altro 11 settembre, perché in quel palazzo presidenziale neoclassico, insieme a Salvador Allende, c'eravamo forse anche un po' anche noi.

Che fossimo lì nei panni di uomini sconvolti di come la democrazia potesse cadere in questo modo, attaccata da un'altra democrazia più grande.
Che fossimo lì nei panni di uomini spaventati per come quelle vicende stessero drammaticamente dimostrando che è impossibile ottenere una via al socialismo che non sia rivoluzionaria o che non vada a patti con altre forze.
Che fossimo lì come democristiani, dopo aver dato per anni dei fondi economici a tutti i nemici di Allende, e, forse, ci sentissimo un po' in colpa.
Che fossimo lì nei panni di semplici persone che vedevano morire un uomo onesto con la testa alta per essere riuscito a salutare il suo popolo, e sentissimo semplicemente la grandiosità di quell'attimo.
Qualunque panno portavamo, dalla giacca alla tuta blu, quel giorno eravamo tutti lì, alla Moneda con Salvador Allende.

E le nostre ferite sono ancora aperte come quelle del popolo cileno.





La parte


 “Bisogna essere di parte per essere di tutti”

Se non si sceglie una parte, muore l'interesse e la curiosità. Vince l'opportunismo.
Se non si sceglie una parte, vince la solitudine, la parcellizzazione della società.
Se non si sceglie una parte, vince l'interesse capitalistico, che invece di essere interesse di gruppo, è interesse dei pochi. O meglio,  interesse dei potenti.
Se non si sceglie una parte, appassiscono alcune categorie, ma non per questo siamo tutti uguali. Muoiono le categorie sociali e politiche, trionfano quelle razziali, culturali, che sono esse stesse parte, e parti dalle quali è impossibile separarsi. Vince l'ontologia sulla libertà della scelta.
Se non si sceglie una parte, vince la reazione, vince lo status quo, vince l'immobilismo sociale.
Se non si sceglie una parte, muore il conflitto, muore la dialettica. Muore anche la sintesi, quindi, la cooperazione.
Non si sceglie una parte invece del tutto. Il tutto non si può considerare mentre lo si vive. Si sceglie una parte invece del niente.
Scegliere una parte non vuol dire adottare dei metodi, vuol dire scegliere una direzione.
Scegliere una parte non vuol dire ricopiare la storia passata, vuol dire continuarla, scriverla e riscriverla per gli stessi obiettivi.
Scegliere una parte vuol dire generare un movimento, uno spostamento, della forza creativa [1].
Scegliere una parte vuol dire adottare un sogno.
Scegliere una parte vuol dire trovare l'energia di respirare nel divenire e non nella difesa del passato.




"Il processo della fusione e dell'unità si opera cioè attraverso 
una esasperazione della dualità"
(Giuseppe Grosso; Storia del diritto romano) 

Sono partigiano, vivo, [...] perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
(Antonio Gramsci; Scritti giovanili)





[1]     Etimologia di “parte” secondo il dizionario etimologico Rusconi: “dal latino pars (=porzione), da un più antico *pors, dalla stessa radice di parere (=generare) [...].










lunedì 9 settembre 2013

Ai professori mai avuti




Caro professore,
non la conosco, né lei conosce me. Ma se io qualcosa di lei so, so che ha un titolo di studio ed un ruolo che la porteranno ad essere seduto dietro ad una cattedra, lei di me non sa niente. 
Questo potrebbe già essere un primo inconveniente nella nostra relazione. Come si fa a comunicare? A comunicare gli argomenti più alti della cultura umana, senza conoscerci? Senza chiamarci per nome? Come può la comunicazione non passare da un riconoscimento reciproco? Ecco, una cosa le chiedo, professore che tra poco conoscerò: di chiamarmi per nome. E con nome non intendo necessariamente il nome di battesimo, ma anche il cognome: è indifferente. Non le chiedo di rivolgersi a me coi soprannomi o di fare l’“amicone” a scapito della sua serietà. L’importante è solo che lei non mi chiami usando perifrasi arzigogolate che interessano il colore della maglietta e la mia posizione nella classe. Chiamare le cose per nome è una delle prerogative dell’uomo. La prego, mi chiami per nome. Facciamo finta di conoscerci, di condividere qualcosa che non sia solo per lei il modo di prendere uno stipendio e per me quello di adempiere l’obbligo scolastico.
Impegniamoci a condividere un rapporto di crescita reciproca. Un rapporto che sia personale e bilanciato anche se, ovviamente, non paritario. Non ci può essere, per ovvi motivi, un rapporto simmetrico fra un insegnante ed uno studente, e cercarlo, sia da una parte che dall’altra, è forse un’utopia che può portare solo alla distruzione di questa relazione. Tuttavia spero che il suo “essere un passo avanti” si presenti sempre come un fatto di qualità, non d’autorità. Capita spesso che ci siano professori che, ai dubbi degli studenti, rispondono: “Ho ragione io perché sono io da questa parte della cattedra”. Come si fa a crescere con una risposta così? Non sarebbe stato meglio ragionarci insieme, spiegare ancora una volta la stessa cosa, pur di renderla chiara? Lo so: il tempo incalza e i programmi sono lunghi, ma bisognerebbe tenere sempre a mente che non sono i programmi l’obiettivo dell’Istituzione scolastica, ma le persone. E soprattutto le persone non straordinarie, quelle che ci mettono di più ad assimilare un concetto, le persone che forse non andranno mai all’Università o che non prenderanno mai un master, ma che vanno protette e ascoltate proprio forse perché questi anni sono gli unici in cui potranno avere qualcuno che li ascolti, qualcuno che sia lì per far vedere a loro quanto di bello c’è al mondo.
E poi è solo da questo tipo di rapporto che può nascere qualcosa. Qualcosa di nuovo, intendo, non una semplice ripetizione di vecchie date e bei versi, ma l’assimilazione di qualcosa di più profondo, che sia il sospiro di Dante e di tutti gli uomini davanti al passaggio di Beatrice o di qualche altra donna, o lo stupore di fronte a dei testi di psicologia che parlano anche di me.

Mi piacerebbe poi ricordare che io non sono un oggetto per il quale è quantificabile un valore. Un “prezzo” esprimibile in decimi che possa rendermi economicamente giustizia sul mercato del lavoro. Un voto è un punto di partenza, non una parte della mia ontologia. Un punto di partenza su cui lavorare e discutere, ma non un’etichetta definitiva del mio sapere su di un determinato argomento. È per questo che mi spaventa abbastanza l’introduzione del registro elettronico. Non rischia di divenire forse un altro muro in questa già difficile elaborazione di un risultato? Non rischia di essere lo strumento che estrania completamente la componente studentesca dal processo di apprendimento?
A questo riguardo le volevo chiedere anche di essere felice dei miei successi. Se prendo un buon voto non può essere una gioia solo mia, ma mi piacerebbe molto condividerla anche con lei. Credo che sia l’unico modo per non rendere il nostro anno scolastico una sfida tra me e lei, ma una scalata “sulle spalle dei giganti”. Una scalata in cordata con lei.
Una scalata che forse non mi servirà a nulla nella vita. E come quando si torna in pianura a poco servono gli insegnamenti della montagna, così, fuori da scuola, a poco serviranno gli argomenti studiati. Tuttavia scesi da una vetta, guardati nuovi ampi paesaggi non si è più gli stessi. Si è più adulti. La prego quindi di non ripetermi più la vecchia bugia che l’Infinito e le derivate mi serviranno “da adulto”. Forse sarebbe meglio e più onesto dire che mi serviranno “per diventare adulto”.

Alcune leggi giapponesi statuirono che d’innanzi all’imperatore i maestri erano gli unici a poter restare seduti. Ho avuto un professore che si alzava quando entravano i bidelli a portare le circolari. “È un gesto di rispetto ed accoglienza”, diceva. Da una storia ho potuto imparare l’importanza sociale dei maestri per la loro saggezza. Dall’altra in che cosa consiste questa loro saggezza. Ho avuto professori che non si sono mai lasciati sfuggire un sorriso in classe, ma che si vedeva che ci volevano bene esattamente come quelli che sapevano scherzare sulle formule chimiche.
Questi sono solo pochi dei tanti volti dei professori: tutti ugualmente belli e interessanti.
Non credo che si possa pensare di farne una classifica, di eleggerne uno o un atteggiamento migliore. Raggiungono tutti il loro obiettivo: segnano. Segnano nell’animo, seminano un campo ancora incolto di esperienze e tenuto a maggese da tanto tempo.
Ma ognuno alla fine sceglie i propri maestri, e in questo campo l’istituzione scolastica può fare poco, se non fare delle proposte, sperando che vengano accettate o prese come esempio. Sperando che il sorriso dell’intelligenza che si può scorgere sul viso di alcuni professori possa essere un punto di riferimento in un mondo in cui spesso domina il ghigno sadico del potente di turno.

Infine le esprimo solo un ultimo desiderio: se può, alla fine di ogni lezione, mi lasci almeno una domanda. Una domanda sola: che sia il nome di un autore o la formula di un composto. Le assicuro quella domanda è spesso più importante di tutte le risposte che può darmi durante una lezione, perché sarà il mezzo con il quale capirò che la vera scuola è ricerca. Che la vera scuola inizia fuori dalle mura di questa “nave senza nocchiere in gran tempesta”.

A presto




Articolo pubblicato dalla rivista "Scuola e formazione" nel settembre 2013

Articolo su Nuova Resistenza dopo l'incontro alla festa "Bella Ciao"

Con Nuova Resistenza la «seconda vita» Anpi

I GIOVANI. L'associazione ha scongiurato il pericolo del reducismo
I giovanissimi «nuovi resistenti» alla festa Bella Ciao di Sant'Eufemia
I giovanissimi «nuovi resistenti» alla festa Bella Ciao di Sant'Eufemia
«Ho sentito l'esigenza di unirmi a Nuova Resistenza perché sono convinto che tocchi a me e ai miei coetanei il compito di custodire e preservare la memoria: un giorno saremo noi a passare il testimone in un'ideale staffetta tra generazioni». Andrea, studente liceale, da poco arrivato tra i gli studenti che hanno dato vita, da quasi un anno, al gruppo giovanile nato da una costola dell'Anpi di Brescia, spiega così le ragioni che lo hanno spinto all'impegno personale. La festa «Bella Ciao», che si è conclusa ieri sera negli spazi del circolo Arci di Sant'Eufemia, ha rappresentato l'occasione per illustrare le ragioni che hanno portato questi ragazzi a far parte prima dell'Anpi, l'Associazione nazionale dei Partigiani, e poi a farne nascere la sorella minore.

domenica 8 settembre 2013

Comunicato del Coordinamento bresciano NO F-35 sulla guerra in Siria


L’impiego di armi chimiche contro popolazioni inermi è e rimane un crimine contro l’umanità che non possiamo che condannare fermamente da qualunque parte provenga, così come, altrettanto fermamente, condanniamo l’utilizzo di qualunque altro tipo di armi, comprese le armi leggere che partono dalla nostra provincia e che sono le vere “armi di distruzione di massa”.
Ora, dopo quasi centomila morti e due milioni di sfollati, la comunità internazionale, che  prima non è stata in grado di imporre l’embargo delle forniture di armi verso la Siria, si prepara ad un intervento militare nel paese, riproponendo percorsi fallimentari già sperimentati anche dall’Italia in questi ultimi lustri, sia collaborando con le iniziative militari unilaterali NATO in Iraq , Kossovo e Afganistan, sia agendo sotto l’ombrello di una ambigua interpretazione di una decisione ONU in Libia,  aree tuttora destabilizzate dove la pace appare come una chimera.
Nel dichiararci assolutamente contrari a che l’Italia venga ancora una volta coinvolta, in barba all’art.11 della Costituzione, in interventi militari fuori dal nostro territorio, carichi di incognite e forieri di tragiche conseguenze, ribadiamo che la via per uscire dal conflitto non può assolutamente essere quella delle armi e della guerra che può provocare un incendio di proporzioni inimmaginabili, come si è visto ormai in molti altro casi.
Le logiche militari invece di risolvere i conflitti, li aggravano, perciò auspichiamo che ci sia un serio ripensamento nel  governo e nella maggioranza che lo sostiene affinchè l’Italia rifiuti qualunque sostegno anche indiretto (utilizzo delle basi e diritto di sorvolo) all’intervento armato, esprimendo una posizione finalmente non subalterna a logiche di potenza e in sintonia con le speranze dei nostri costituenti che l’hanno voluta impegnare al “ripudio della guerra”,
Bisogna abbandonare la logica delle armi e adoperarsi per una risoluzione nonviolenta dei conflitti, promuovere i Corpi Civili di Pace come forze di interposizione al di sopra delle parti, rilanciare l’opzione diplomatica e politica che coinvolga tutti gli attori compresi Russia e Iran, utilizzare gli strumenti del diritto internazionale,  ma soprattutto cessare immediatamente ogni fornitura militare alle parti in conflitto.
E’ inoltre assolutamente necessario coinvolgere i movimenti nonviolenti siriani come il Movimento Mussalaha che da tempo si adoperano per una soluzione del conflitto “dal basso”, basata sul dialogo e la riconciliazione, che rifiutando logiche di divisione, segregazione e smembramento del Paese, lavorano per la preservazione dell’equilibrio civile e religioso preesistente alla guerra, per l’autodeterminazione, la non ingerenza e il diritto internazionale.
Queste forze esistono e operano e benché sistematicamente ignorate dalla diplomazia internazionale, vanno coinvolte , valorizzate e sostenute.
Un intervento armato non porterà la pace, ma solo distruzione e altra violenza.

Se vogliamo la pace prepariamo la pace.


Brescia, 7 settembre 2013
Coordinamento Bresciano NO F-35 (M.I.R., Movimento Nonviolento, 
Pax Christi, Emergency, Nuova Resistenza Brescia)





venerdì 2 agosto 2013

Campo di Volontariato al campo di transito di Fossoli





Il tramonto di Fossoli
Primo Levi


Io so cosa vuol dire non tornare.
A traverso il filo spinato
Ho visto il sole scendere e morire;
Ho sentito lacerarmi la carne
Le parole del vecchio poeta:
"Possono i soli cadere e tornare:
A noi, quando la breve luce è spenta,
Una notte infinita è da dormire"


(7 febbraio 1946)



Ha quattro frazioni la città di Carpi, medaglia d'oro al valor civile per la Resistenza, città ancora ferita per il terremoto del maggio 2012 e storicamente parte dell' "Emilia rossa". Budrione, Cibeno Pile, San Martino e Fossoli. Soprattutto Fossoli.

martedì 28 maggio 2013

A Milano, alcu.......

Amici e compagni
lavoratori. 
Studenti! 
Siamo in piazza perché,
in questi ultimi tempi, 
una serie di attentati 
di marca fascista 
ha posto 
la nostra città 
e la nostra provincia 
all’attenzione preoccupata 
di tutte le forze antifasciste.

Ed è,
a me,
che sembra
che la storia si ripeta

Risultati e riflessioni e ringraziamenti


Eravamo in molti lì ad attendere i risultati di queste elezioni.
C'era Isaac che, rassegnato alla lentezza della connessione della Loggia, si rifugiava a controllare le mail dal cellulare.
C'era Francesca che, nonostante i dati salissero con una lentezza esasperante, continuava a tormentare il mouse per studiare il lento progresso delle percentuali ora che le sezioni mandavano i loro dati.
C'era Marco che chiacchierava tenendo sempre sott'occhio il crescere dei risultati.
C'erano Rolfi, Nini Ferrari e Onofri che giravano per la sala.
C'erano candidati vicini alla crisi di nervi per i voti promessi che non arrivavano e che minacciavano di togliere tutti gli amici da Facebook nel caso i conti non fossero quadrati.
E c'ero in mezzo a tutto questo anche io.
Ma che ci facevo lì in mezzo, io?
Che ci facevo lì in mezzo, anche io?

domenica 26 maggio 2013

Conclusione della campagna elettorale ed appello al voto


Da domani mattina si potrà cominciare a votare per decidere la composizione del Consiglio Comunale (il sindaco sarà difficilmente deciso in questo primo turno), che guiderà la città di Brescia per i prossimi cinque anni.
Cinque anni innanzitutto sono tanti.
Cinque anni fa avremmo mai potuto immaginare la gru?
La crisi economica?
Le aziende che chiudono?

Se queste vicende erano completamente inimmaginabili, forse di altri casi avremmo potuto invece essere a conoscenza.
Avremmo potuto sapere del rischio del PCB e del fatto che Arcai e Labolani sono due fascisti non pentiti. Avremmo potuto immaginare la crescita del fenomeno d'immigrazione ed avremmo dovuto provare a cercare delle nuove vie d'integrazione.

Alla luce di queste constatazioni, mi permetto di fare due riflessioni.
1) forse ora molte cose sono più chiare di allora. Il clima nazionale ed internazionale è cambiato forse per sempre e la tecnocrazia economica si è drammaticamente assestata. Se gli ultimi anni sono stati degli anni di difficile passaggio, ora lo scenario è più chiaro. Ed allo stesso modo è chiaro che servono risposte diverse da quelle fin ora messe in campo dai governi di centro-destra.
2) forse, nonostante tutto, sarà sempre impossibile tentare di prevedere le sfide che la prossima amministrazione comunale si troverà ad affrontare, e, piuttosto che sui programmi (difficili da stendere con una legge finanziaria che cambia ogni sei mesi!), bisogna puntare sulle persone. Sulle persone delle quali ci si può fidare non per una mozione sostenuta in campagna elettorale, ma più per una forza d'animo ed una coerenza mostrate nella vita di tutti i giorni.

Riflessioni di Marco Fenaroli in conclusione della campagna elettorale

"Prima che elettori ed elettrici definiscano il consenso alla nostra proposta, voglio che arrivi la mia gratitudine ad ognuno e ad ognuna di quanti hanno preso parte alla impresa che va sotto il titolo “Al lavoro con Brescia”. 
Siamo riusciti a costruire uno spazio politico aperto, dentro la sinistra bresciana, nel quale collaborano personalità ed esperienze diverse tra loro. 
Siamo riusciti ad imporre alla attenzione temi e problemi che sarebbero stati negati o sottostimati. 
Siamo riusciti, con tenacia, ad imporre la partecipazione elettorale per decidere il candidato a sindaco dell’alleanza di centro-sinistra. 
Siamo riusciti, attraverso l’impegno concreto e faticoso di decine di uomini e donne, a raggiungere ogni casa con la nostra propaganda semplice e chiara. 
In questo anno, e più, di impegno abbiamo contribuito ad una migliore qualità della battaglia politica, tenendola ancorata ai drammi della crisi ed ai progetti di cambiamento del governo della città.

sabato 25 maggio 2013

Manifestazione: Brescia non dimentica la strage



Dibattito con Laura Castelletti

Copio di seguito la breve discussione avuta con Laura Castelletti, la quale dopo sole due battute ha smesso di replicare, riguardante la sua proposta di regalare per un anno un abbonamento gratis alla metro per un membro le famiglie bresciane.

Discussione: http://www.lauracastelletti.it/?p=55794
Intervento su questo blog: http://marcastels.blogspot.it/2013/05/dallimu-agli-abbonamenti-ai-mezzi-il-do.html


marco castelli

giovedì 23 maggio 2013

Saluto a don Gallo

Oggi, alle 17:45, è venuto a mancare don Andrea Gallo, riferimento di molte di quelle persone che, nella sua Genova ed in tutta Italia, perseveravano nel viaggiare "in direzione ostinata e contraria".

Le sue relazioni che, come le sue messe, terminavano con le note di "Bella Ciao", mancheranno a molti.
Mancheranno molto anche a me.

Buon vento, don...


marco castelli

mercoledì 22 maggio 2013

Locandina incontro conclusivo della campagna elettorale: "Spalancare il portone della Loggia"


Al lavoro ed alla lotta. Pardon. Al lavoro. Utopistico? Al cambiamento? Questo forse va bene a tutti

"Di fronte [...] a chi si uccide c'è solo lo sgomento"
(Gaber, Io se fossi Dio)

Ascoltare Nichi Vendola è sempre uno stimolo a continuare. E' una persona che riesce ad unire ad un ars retorica eccezionale, composta di pause, accelerazioni, silenzi e battute improvvisate, anche una cultura notevole, che gli permette di cominciare una frase con un riferimento a Marx per poi chiuderla con una riflessioni sulle "monadi" di tradizione leibniziana.
E' difficile dire cosa resti dopo un comizio di questo genere. Se una battuta, un concetto, un'idea, uno stimolo, una voglia nuova o un nuovo sogno.
Forse tutto in piccole parti, o forse altro che non saprei esprimere.


Pensiero per Don Gallo

"Ci rivolgiamo a tutte le persone che vogliono bene a Don Andrea Gallo, lo facciamo con la mitezza e il rispetto che in questi giorni hanno accompagnato la fragilità della sua salute. Lo facciamo per dire a voi tutti che le condizioni di Don Andrea si sono aggravate e che è  monitorato, ora per ora, attraverso un' assistenza medica domiciliare, nella sua comunità San Benedetto al Porto. Chiediamo a TUTTI voi, cosi come è avvenuto in questi giorni difficili, di mantenere intorno a Don Andrea e alla Comunità la quiete e la tranquillità, in questo momento ancor piu' difficile. Mandiamo a tutti voi sin da ora un  ringraziamento collettivo, certi del vostro affetto che ci conforta".

Comunità San Benedetto al Porto


Buona guarigione, don.


marco castelli






lunedì 20 maggio 2013

Locandina incontro: Brescia cult, spazio alle arti





Giovani, non giovanilisti


C'è una sola grande moda: la giovinezza.
(Leo Longanesi)



Un secolo dopo gli esteti di fine Ottocento, anche i politici arrivano alla stessa conclusione: essere giovani è "figo". Avere dei giovani in lista è "fighissimo". Avere il supporto di un gruppo giovanile porta voti ed è assurdamente "figo". (Avere il lifting che dovrebbe far sembrare te stesso giovane ed andare con le minorenni, poi, è ancora più "figo" di tutto, ma questo è un lusso per pochi eletti).
Tutto ciò che produce questo atteggiamento è praticamente ovvio, ed anche a livello bresciano, abbiamo potuto vedere i frutti di questa mentalità ed assistere a liste di soli "giovani” a supporto di un solo "vecchio" (esemplare il caso di Brescia Futur@); al più giovane candidato alla carica di consigliere che ha trovato spazio nel partito dei Pensionati ed, infine, a candidati sindaci che chiamano a destra e a manca alla ricerca di un "giovane". Alla ricerca, quindi,di un esponente, uno qualsiasi, mediamente intelligente e che non mangi troppo, che provenga da quella categoria separata dell'essere, dicono, che è la gioventù.


venerdì 17 maggio 2013

BASTA MOSCHE!


L'UNICA PROPOSTA CHE 
POTREI CONDIVIDERE CON FORZA NUOVA:




IMMAGINE ORIGINALE
(IL BAGNO, DOVE HO TROVATO QUESTO
ADESIVO E' IL POSTO GIUSTO DOVE LASCIARLO):
certe idiozie vanno prese con ironia


mercoledì 15 maggio 2013

Dall'IMU agli abbonamenti ai mezzi: il "do ut des" in campagna elettorale




Febbraio 2013: campagna elettorale nazionale. Silvio Berlusconi: “Restituirò l’IMU”.
Aprile 2013: campagna elettorale bresciana. Laura Castelletti: “Un abbonamento gratuito per un anno ad ogni famiglia per metro e bus”


Due cose diverse o solo il ridimensionamento su scala locale dello stesso concetto?


Non sono, d’altronde, entrambe promesse fatte per cercar voti? Non sono, d’altronde, entrambe delle azioni che non hanno alcunché di programmatico, ma che si esauriscono nell’immediato post elezioni? Non sono, pertanto, entrambe la stessa declinazione di uno stesso opportunistico concetto?


Do ut des elettorale: l’ultima moda per comprare onestamente i voti dei cittadini.




marco castelli



P.S. Per incentivare l’uso della metro non è forse meglio, utilizzando gli stessi fondi, diminuire il costo dei biglietti e degli abbonamenti? Più semplice e lineare, forse. Programmatico e meno da slogan elettorale, anche...


P.P.S. A chi può sostenere che certe promesse abbiano ogni diritto di essere inserite in un programma, rispondo che un programma, come suggerisce la parola stessa, deve contenere delle proposte programmatiche. Le promesse programmatiche, invece, non esistono.


venerdì 10 maggio 2013

"Santificazione"


COPIO LE IMMAGINI DEI SANTINI
STAMPATI PER LA CAMPAGNA ELETTORALE




Addio Calini


Ti conosco, Calini. Ti ho visto in tutte le luci del giorno e della notte. Più volte ho visto il tramonto dal ballatoio. Meno frequentemente l’alba, ma quelle occasioni sono forse ricordi più belli. Conosco alla perfezione quanto tempo ci mette la macchinetta a fare il caffè espresso senza zucchero: è ormai un automatismo prenderlo senza nemmeno controllare se è pronto. So quanti scalini ci sono tra un’ala e l’altra. So quali sono gli ingressi per i sotterranei e come relazionarmi con ogni bidello o segretaria.
Ma tu forse sai più di me di quanto io potrò mai scoprire su di te. Non lo so. Non so nemmeno se mi piacerebbe saperlo o no.
So che mi hai cambiato, Calini. Mi hai fatto mutare a tutti i livelli. Mi ha cambiato in molte cose. Forse in troppe. Non so se sempre in meglio.  Mi ha insegnato allo stesso tempo a rapportarmi con i miei compagni di classe, cosa che ho sempre avuto difficoltà a fare alle medie, ed anche a sperare che fossero loro gli agnelli sacrificali delle interrogazioni dell’ora successiva. Non è bellissimo… Hai ben da dire tu che è la vita. “Bellum omnium contra omnes”. “I capponi di Renzo”. Sì, certo. Ma forse preferivo per questo aspetto prima, quando la mia scuola non era ancora una questione di sopravvivenza giornaliera contro il fato dei “numerini” estratti.


mercoledì 8 maggio 2013

Sulla morte di Giulio Andreotti

Dagli ultimi lanci giornalistici sembra che per Andreotti, al posto della sepoltura, si opterà per l'insabbiamento.

Il testamento di Andreis


1 Non era sterminato il cìelo, 
e l’aria estiva d’ardore virile 
piena pesava nell’attesa fredda 
del nemico invasore e del fascista.  


Ma come narrare a te,  giovane, 
quelle passioni politiche assurte 
a fede,  e quel disagio profondo  
che genera nell’animo l’oppressione,
ed il groppo alla gola nel vedere 
10 ogni giorno stuprata la Libertà  
nei palazzi da cui magisterava
prima. Prima del fascismo, della 
guerra, prima della montagna amica 
e del fucile accanto al giaciglio,
e prima di sentir tagliato il cielo 
dal rombo di Pippo. Sì, fa ridere, 
oggi quel nome che a noi mortifero 
rompeva il sonno ora è divenuto 
solo un altro elemento della futura 
20 incomunicabilità. Ma pesa, 
questa, già, su di me e su di voi, 
anche se non ce ne accorgiamo appieno, 
in questo mondo che corre veloce.

Prova a pensare all’odore secco 
dei campi duri di lavoro al confino
mentre sotto gli sguardi delle guardie 
si faceva resistenza parlando,
umanamente, fra nuovi compagni. 
Immagina entro le diverse nebbie 
30 dei diversi campi di battaglia,
lo stesso nemico che nero stava 
dalla Spagna, per la Francia, in Italia. 
Immagina il rumore degli spari 
rotto solo dal flebile ed eroico 
canto: “Bella Ciao”. Ma soprattutto 
pensa al festoso lavoro e alla lotta
della rifondazione antifascista, 
della convulsa vita politica 
vissuta, ancora, come strumento 
40 per costruire insieme un’Italia 
migliore. Un’Italia senz’incubi, 
un’Italia senza persecuzioni:- 
il nostro vero desiderio per voi.